Nei primi 6 mesi del 2019 l’inceneritore modenese di via Cavazza dove convergono rifiuti urbani e speciali anche dalle altre province della regione, sono state incenerite 111.000 tonnellate di rifiuti, tra urbani e speciali. In calo rispetto alle 120.000 dello scorso anno ma solo grazie alla riduzione dei rifiuti urbani In aumento invece la parte relativa ai rifiuti speciali. Anche derivazione industriale, bruciati nell’impianto modenese e provenienti non solo dal altre province ma anche da altre regioni Italiana. Tornando ai rifiuti indifferenziati prodotti dalle famiglie, e utili per alimentare anche di plastica il super-inceneritore modenese, i cittadini modenesi hanno prodotto nei primi 6 mesi dell’anno 58.000 tonnellate. Ancora tante, troppe, soprattutto rispetto agli obiettivi del piano rifiuti regionale. Troppi soprattutto per Modena capoluogo. A differenza di altri comuni soprattutto dell’area nord della provincia dove l’applicazione del porta a porta e la tariffa puntuale hanno portato ad una riduzione drastica, sotto i 100 kg procapite della quantità di rifiuti indifferenziati destinati a discariche o incenerimento, a Modena la produzione procapite è di 269 kg procapite, tre volte superiore a quella dei comuni virtuosi. Come San Prospero, nuovamente al top della classifica di Legambiente dei comuni ricicloni. Insomma anche grazie, o a causa della sovraproduzione di Modena Capoluogo, l’inceneritore di via Cavazza, dimensionato per bruciare 240.000 tonnelate di rifiuti all’anno, continua a bruciare a pieno regime, bruciando anche i rifiuti di province del bacino Hera come Ravenna dove l’inceneritore sarà spento nel gennaio prossimo. Sul fronte delle emissioni Hera, gestore dell’impianto, tranquilizza sui valori medi di di Polveri ed altri inquinanti Ossidi di Azoto, Ossidi di Zolfo, Acido Cloridrico, Acido Fluoridrico, Ammoniaca, Composti Organici Volatili. Alcune criticità in due giornate legate a due superamenti nei valori limite di Mercurio e Monossido di Carbonio. Criticità rientrate, viene specificato nel rapporto Hera, dopo l’interruzione dell’alimentazione del forno