Il Sassuolo l’aveva chiusa e il Sassuolo la riaprirà. Le chiavi della Serie A restano nelle tasche dei neroverdi, che venerdì 19 giugno, in orario ancora da definire, giocheranno a Bergamo la prima gara della ripartenza del campionato. Non una gara a caso: la squadra che ha vinto l’ultima sfida nella città simbolo dell’epidemia come è stata Bergamo. Dopo il via libera di ieri sera per il calcio professionistico nell’incontro fra il ministro Spadafora e i vertici della Figc, oggi la Lega di A ha messo i primi paletti decidendo che fra il 19 e il 20 si giocheranno i quattro recuperi rimasti, fra cui quello della squadra di De Zerbi, poi si proseguirà con la prima delle giornate non disputata, che prevede per i neroverdi la trasferta di San Siro sul campo dell’Inter. Ma Atalanta-Sassuolo non sarà in assoluto la prima gara della ripartenza del calcio, perché il 13 e il 14 giugno toccherà alle due semifinali di ritorno della Coppa Italia fare da apripista, ovviamente sempre in stadi senza pubblico. Ma c’è anche un piano in caso di un nuovo stop per l’innalzamento del contagio, con playoff o cristallizzazione delle classifiche per definire i posti in Europa e le retrocessioni. E la Lega Pro? Ieri al tavolo col ministro c’erano tutti, tranne Ghirelli e soci, che oggi hanno dato vita all’ennesimo direttivo. La proposta da portare al Consiglio Federale, spostato dal 4 all’8 giugno, è quella di ripartire, forse il 20 o 27 giugno, solo con i playoff e i playout a chiamata facoltativa, promuovendo le prime e retrocedendo le ultime. Ma con i protocolli che per la C sono inapplicabili la matassa è tutt’altro che dipanata.