Misure insufficienti a tutela della salute degli operatori in ambito socio-assistenziale e sanitario. E’ la denuncia che arriva dalle segreterie provinciali dei sindacati FP Cgil e Cisl FP che ribadiscano come nei reparti ospedalieri e nei servizi territoriali, così come nelle residenze per anziani, si segnalino preoccupanti carenze di dispositivi di protezione individuali, in special modo mascherine chirurgiche e con i filtri. “Per gli operatori sanitari che hanno avuto contatti con pazienti positivi – sostengono i segretari Fabio De Santis e Fabio Bertoia – la procedura non prevede più che vengano messi in quarantena, se non in presenza di sintomi quali febbre e difficoltà respiratorie. Per loro il diritto alla salute si differenzia in modo ingiustificato rispetto a tutti gli altri cittadini”. Al Policlinico e all’Ospedale di Carpi, prosegue la nota, gli operatori contagiati sono in aumento e a volte assistiamo ad un’incomprensibile ostilità alle richieste di tamponi agli infermieri e agli operatori. Non è migliore la situazione nelle residenze per anziani e nei servizi domiciliari, dove ci risultano, ad oggi, circa 35 operatori in quarantena e 5 positivi, di cui uno in terapia intensiva. La denuncia dei sindacati tocca anche Comuni, pubbliche amministrazioni e Agenzia delle Entrate, dove secondo Cgil e Cisl solo pochi enti hanno adottato il lavoro agile mettendo a rischio la salute dei lavoratori. In un quadro del genere i sindacati non escludono diffide e denunce a tutela della sicurezza dei lavoratori e per il non rispetto da parte degli enti delle misure di contenimento previste dai decreti.