«E un uomo di grande spiritualità, semplicità e umiltà: sono certo che porterà il fuoco dello Spirito nella Chiesa»
CARPI – Lelezione di Papa Francesco viene salutata come un segnale estremamente positivo dal vescovo di Carpi. Un commento particolarmente significativo quello di monsignor Cavina, che è Francesco anche lui, ma soprattutto viene da una lunga esperienza romana che lo ha visto dal 1996 al 2012, quando è stato nominato pastore della Diocesi di Carpi, Officiale della Segreteria di Stato, presso la Sezione per i Rapporti con gli Stati, nonché Rettore della Chiesa dei Santi Giovanni e Petronio dei Bolognesi in Roma. Fu anche per il suo appello che Papa Benedetto venne in visita lo scorso 26 giugno a Rovereto, paese simbolo della Diocesi terremotata. Quella visita così semplice e sentita, rimasta nel cuore di tutti. «Sono molto felice per la nomina di Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro» osserva Cavina. «Ogni cristiano si sente orgoglioso di appartenere ad una Chiesa capace di esprimere in così breve tempo una personalità tanto significativa, spiazzando tutte le previsioni mondane. Papa Francesco – sottolinea – ha già dato indicazioni chiare su quello che sarà il suo pontificato. Dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI che ci ha lasciato sbigottiti, adesso possiamo gioire per questa nomina capace di evidenziare che è il Signore a guidare la sua Chiesa e che ci fa capire dove e come ci vuole condurre. Papa Francesco è un uomo di grande spiritualità, semplicità di vita, povertà, umiltà al di fuori di ogni forma di protocollo. Porterà, ne sono certo, il fuoco dello Spirito nella Chiesa». Monsignor Cavina non conosce personalmente Papa Francesco, ma conosce «molto bene la sua opera e la sua persona grazie agli anni trascorsi a Roma in Segreteria di Stato. La nomina è di una importanza epocale e non solo per il nome, Francesco, scelto per la prima volta. Il fatto che i cardinali abbiano deciso per un Papa che viene quasi dalla fine del mondo ha un grande valore simbolico: il Sud povero ma fiducioso rispetto a un Nord ricco sazio e disperato, una Chiesa capace di parlare a tutta lumanità. Cè un altro aspetto che mi piace considerare – sottolinea monsignor Cavina – ed è che Bergoglio, al Conclave del 2005, è risultato il più votato dopo Ratzinger ma tanto si adoperò per lelezione di Papa Benedetto. Evidentemente i disegni della Provvidenza non cambiano, arrivano al momento opportuno, ma arrivano, sempre. Vorrei aggiungere che questo è il primo Papa gesuita della storia, naturale dunque che parli di povertà e purificazione della Chiesa. Chiesa che, ancora una volta, ha spiazzato i media e i vari pronostici. Una Chiesa che ha dimostrato di guardare avanti, di non farsi appesantire dai fardelli del passato e di indicare chiaramente una via. La scelta del nome Francesco (Francesco dAssisi, Francesco di Sales, il gesuita Francesco Saverio) può racchiudere molti significati, tutti estremamente attuali. Nel primo saluto del Vescovo di Roma – conclude il vescovo – mi ha colpito profondamente lindulgenza plenaria e la richiesta ai fedeli di preghiera. Gioiamo per un Papa, Francesco, dalle grandi doti e dalla capacità di essere bilingue: sa parlare la lingua di Dio e quella degli uomini».