1 ogni 6 minuti, 10 ogni ora e 246 ogni giorno. Stiamo parlando dei furti nei negozi e nelle botteghe artigiane che – stando alle denunce effettuate complessivamente in Italia dai titolari di queste attività – hanno sfiorato nell’ultimo anno, stando ai dati della CGIA di mestre 90 mila unità.  Un costo economico per gli operatori commerciali stimato attorno a 3,3 miliardi di euro all’anno. In questo panorame non incoraggiante l’Emilia Romagna ha un triste primato. Al vertice della classifica delle regioni più depredate. Con una popolazione di 4,4 milioni di abitante e 10.411 furti in un anno si ha una media di 234 furti ogni 100.000 abitanti, di fatto il record italiano assoluto. Che tradotto in una provincia come quella di Modena significa circa 1500 furti in un anno. Circa 4 al giorno.  Conseguenze di una provincia certamente ricca che attrae ladri e rapinatore e con una forte propensione alla denuncia dei reati, ma anche di altri fattori che molto spesso rischiano di vanificare, anche agli occhi dell’opinione pubblica, il grande lavoro messo in campo ogni giorno dalle forze dell’ordine anche sul fronte della prevenzione e del controllo del territorio. Il senso di impunità vissuto da chi delinque, dovuto ad una legislazione nazionale che solo in casi estremi e di grave recidiva garantisce il carcere in caso di furto e che si unisce al mancato adeguamento, denunciato a più riprese anche recentemente dai sindacati di settore, degli organici delle forze di polizia che nel caso della Polizia di Stato riflettono ancora le previsioni del 1989, quando il personale della questura di Modena doveva fare fronte ad una realtà allora ancora lontana dalla situazione di emergenza di oggi.