Prima importante conclusione nella fase istruttoria nell’indagini finalizzate a fare luce sulle cause che il 5 dicembre del 2018 portarono alla violenta esplosione in via Blasia a Modena, quando all’incirca alle 9 del mattino un forte boato gettò nel panico gli abitanti della palazzina al civico 5. Dalla perizia tecnica chiesta dal Pm Katia Marino sembrerebbe esserci una concausa umana dietro lo scoppio: ossia alcune manovre svolte in cucina forse in concomitanza del possibile malfunzionamento degli impianti della caldaia, installati da poco, avrebbero generato l’esplosione. L’esplosione dunque sarebbe stata provocata da una fuoriuscita di gas generata dalla manomissione di un giunto del tubo di collegamento del gas che alimentava la caldaia autonoma e la cucina. A distanza di dieci mesi dallo scoppio si è aggiunto un nuovo tassello nelle indagini che potrà servire a definire l’esatta dinamica della drammatica vicenda. Ora spetterà al PM, sulla base dei rilievi tecnici accertare le responsabilità della manomissione: verrà nuovamente ascoltato dalla Procura anche lo studente torinese di 19 anni che abitava nell’appartamento, per fare chiarezza su alcuni passaggi del suo racconto. Quella mattina in seguito alla violenta esplosione l’immobile per via dei danni riportati fu dichiarato inagibile e il 19enne studente di ingegneria, rimase gravemente ferito riportando ustioni sul 90% del corpo. Ricoverato al Centro Grandi Ustioni di Parma fu messo in coma farmacologico e sottoposto a svariati interventi.