I dazi di Trump rischiano di compromettere le esportazioni di Parmigiano negli Stati Uniti, anche fino al 90%. L’allarme arriva dal Villaggio Coldiretti di Bologna dove questa mattina sono arrivati migliaia di allevatori, casari, stagionatori, gastronomi e consumatori insieme a mucche, caldaia e zangole per difendere Parmigiano Reggiano e Grana Padano, entrambi minacciati dai dazi Usa che potrebbero essere autorizzati il prossimo 30 settembre. Dopo la Francia, denuncia Coldiretti, quello americano è “il secondo mercato estero per il Re del Formaggio su cui Trump minaccia di applicare un dazio pari al valore del prodotto importato. Ciò significa che la tassa passerebbe da 2,15 dollari a 15 dollari al chilo, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al chilo. A un simile aumento corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi stimato nell’80-90% del totale, secondo il Consorzio del Parmigiano Reggiano”. “Da difendere – continua Coldiretti – c’è un sistema produttivo unico al mondo dal quale si ottengono circa 3,7 milioni di forme all’anno, con 330 piccoli caseifici artigianali della zona tipica alimentati dal latte prodotto nelle circa tremila stalle rimaste dove si allevano circa 250mila mucche.Una stagionatura che varia da 12 a 24 mesi, il divieto nell’uso di insilati, additivi e conservanti nell’alimentazione del bestiame, un peso medio delle forme di 40 chili, l’impiego di 14 litri di latte per produrre un chilo di formaggio e 550 per produrre una forma sono le caratteristiche distintive del prodotto alimentare italiano più conosciuto e più imitato nel mondo”.