Un ultimo saluto. Un ultimo applauso alla bara bianca, piena di fiori, che dopo la messa in Duomo ha portato Mirella Freni al cimitero San Cataldo, l’ultima destinazione. È stato un pomeriggio solenne e commosso quello che ha radunato tutte le autorità cittadine ma anche militari, così come tante associazioni, ospiti illustri e modenesi amanti della musica, al cospetto di lei, Mirella Freni, voce inconfondibile, soprano che per più di 50 anni ha incantato il mondo. Un corteo di circa 200 persone ha accompagnato la salma dal Teatro Comunale Luciano Pavarotti fino al Duomo, dove si sono tenuti i funerali. “Quello che mi è stato donato io ve lo donerò” ha esordito Monsignor Erio Castellucci nella celebrazione della Santa Messa. È questa la sintesi con cui ha descritto Mirella: un dono incredibile, un talento mai tenuto nascosto, ma anzi coltivato al fine di donarlo agli altri. La musica che l’ha portata a calcare i palchi più importanti del mondo, ha però detto Monsignor Castellucci, non era che la punta dell’iceberg: Mirella Freni, per sempre Mimì, nuotava in un mare infinitamente più ampio, fatto di relazioni umane che non ha mai smesso di coltivare insieme alla sua arte. Soprano, figlia, madre, maestra. Ai suoi allievi diceva di far uscire una voce libera, al di là della mera tecnica. Diceva di essere liberi e spontanei e lei così era anche nella vita. Modena la saluta e la ricorda come una donna che ha dato tanto, ha dato tutto quello che aveva agli altri, lo ha dato spontaneamente, sia sul palco che nelle scuole di musica, dove ha deciso di passare il testimone ai giovani allievi. La città, stretta alla figlia Micaela e ai nipoti, la piange e la saluta con affetto, al contempo triste per l’addio ma fiera di aver dato la luce a un altro talento che, al pari di Luciano Pavarotti, resterà nella storia.