Fino ad ora sono state presentate poche domande
Tra snervante burocrazia e sfiducia nelle istituzioni. È fino ad ora davvero molto esiguo il numero di domande che cittadini e imprenditori hanno presentato per ottenere i contributi per la ricostruzione. E la causa deve essere ricercata proprio nei kafkiani percorsi imposti dallo Stato, nei confronti dei quali lo sconforto è ai massimi. Una decisa correzione alla situazione potrebbe arrivare dal decreto (finalmente) varato lo scorso 11 febbraio che concede il 100% degli aiuti, decreto subito sostenuto dalle ordinanze regionali che promettono nuove scadenze, integrazioni, e semplificazioni. Le novità alla prova dei fatti. «Il problema principale legato alla scarsa presentazione delle domande è che le procedure sono complicate a causa della esagerata burocrazia», denunciano da Cna Modena. «Però il tempo per la consegna scade a maggio», specificano. E visto che le richieste già inoltrate sono solo 4, le prossime settimane saranno decisamente intense. Intanto sono circa 500 le imprese che hanno chiesto allassociazione assistenza e «stiamo prendendo in esame ogni singola situazione con le particolari peculiarità che presenta. Tra laltro, in questo momento siamo ancora appesi alle perizie che stiamo aspettando dai tecnici. Facciamo fatica ad ottenerle». Tiepidamente positivo il giudizio sul decreto del 100%: «Prendendo in esame la situazione generale è arrivato un po tardi, ma decisamente un po prima di altre decisioni fondamentali. E, paradossalmente, non aver praticamente presentato domande è un bene». Quali siano le altre «decisioni fondamentali» è presto detto: «Per quanto riguarda il provvedimento sul rinvio delle imposte per chi ha subito danni economici, non abbiamo ancora i decreti attuativi per capire quello che dobbiamo fare. E questo ci complica la vita parecchio». «In questi mesi – prosegue Cna Modena nelle denunce – ci ha notevolmente infastidito il palleggio di responsabilità tra il governo centrale e quello territoriale. Lumore degli imprenditori? Andiamo verso lesasperazione. Certamente la gran parte presenterà le domande, ma è chiaro che cè scoramento. E anche rabbia quando si trovano dinnanzi al mare magnum burocratico». Il giudizio sulla gestione della fase demergenza è «più che positivo. Alcuni problemi come la scuola sono stati affrontati molto bene». Molto differente la valutazione sulla ricostruzione: «Innanzitutto avevamo chiesto dal 21 maggio, e quindi dalla prima scossa, poca burocrazia: non mi pare assolutamente ci abbiano ascoltato. E poi aspettiamo a brindare per il decreto del 100% e le nuove ordinanze: guardiamo prima quale sarà lesito delle domande». Una spiegazione differente dalla eccessiva burocrazia come causa delle poche domande presentate arriva dallassessore regionale alle attività produttive, Giancarlo Muzzarelli: «Sono state scarse perchè molti imprenditori non hanno ben chiaro cosa intendono fare in futuro e non sanno ancora se ricostruiranno i capannoni, anche perchè hanno degli impianti allestero». E forse come spiegazione è pure peggio. Ma se sono davvero poche le richieste arrivate dagli imprenditori, anche per quanto riguarda i singoli cittadini non cè stato un boom. «Fino ad ora nei Comuni non sono state portate tante pratiche» conferma il sindaco di San Felice sul Panaro, Alberto Silvestri. Per il quale le cause principali vanno individuate nella «sfiducia immotivata» e nella «diffidenza verso risorse di cui non si capisce bene la natura». Il primo cittadino è però fiducioso per il futuro: «Mi pare che pian piano la situazione si stia mettendo per il meglio. Certo il quadro generale è complesso e non esistono bacchette magiche: bisogna solo continuare a lavorare quotidianamente come facciamo dallo scorso maggio. I cittadini devono mettersi in testa che nessuno vuole fregare o prendere in giro. Non è stato e non sarà facile, ma i risultati arriveranno». nLuca Soliani