La Bassa stava già guardando avanti, stava ritrovando la sua quotidianità, ripulendo le macerie, programmando la ricostruzione, quando il terremoto colpì ancora. Il 29 maggio 2012, alle nove della mattina la terra tornò a spaventare con una scossa di magnitudo 5.9 a una profondità di 8.1 km, con un epicentro identificato tra Medolla e Cavezzo. 18 secondi d’inferno che fecero riprecipitare la Bassa nell’incubo. Un’altra forte scossa la seguì alle 12.55 e ancora alle 13.00, quando la terra tremò per 30 interminabili secondi. Gli edifici già danneggiati dal sisma del 20 maggio crollarono. Alle sette vittime di 9 giorni prima, il 29 ne aggiunse altre 17. Molte vittime furono operai, tornati al lavoro in fabbriche che non hanno retto al secondo sciame di terremoto. La Bbg, l’Aries Biomedicale, l’Haemotronic, la Meta: sono solo alcune delle aziende della Bassa in cui i lavoratori persero la vita. In tutto, furono 28 i morti di quei terribili giorni di otto anni fa. 45mila gli sfollati, oltre 13 miliardi i danni materiali. In totale, le scosse devastarono 59 comuni dell’Emilia Romagna, colpendo non solo la nostra provincia, ma anche quella di Bologna, Reggio Emilia e Ferrara. Nel ricordo di molti il 29 maggio è stato addirittura peggiore del 20, perché ha scatenato nuovamente la paura quando le persone tentavano di dimenticare, il lavoro ripartiva e gli studenti erano a scuola. Sembrava il colpo di grazia, ma non lo è stato. I cittadini della Bassa si sono rialzati, tutta Modena si è fatta forza, rimboccandosi le maniche, inventando slogan per trovare nuova energia e riconquistare una normalità che sembrava per sempre perduta. Le ferite si vedono ancora, ma i progetti della ricostruzione continuano per recuperare chiese, teatri, cinema, municipi, palazzi storici. Le percentuali degli edifici danneggiati si assottigliano e continueranno a farlo, fino a che l’irreparabile rimarrà il ricordo delle 28 persone che non ce l’hanno fatta.