Le voci di mercato, prestazioni al di sotto del suo potenziale e il rigore sbagliato con la Spal. Matteo Politano è il lontano parente del giocatore valutato quasi 30 milioni dalla dirigenza, ma il Sassuolo ha bisogno di lui per rimanere in Serie A

I rigori li sbagliano solo coloro che hanno il coraggio di tirarli, non c’è dubbio. Ma c’è qualcosa nell’atteggiamento e nell’impatto con il pallone che lascia parecchi dubbi nell’ambiente neroverde. Matteo Politano si è smarrito e non è un caso che la sua involuzione sia iniziata da gennaio, mese in cui l’attaccante scuola Roma ha vestito virtualmente prima la maglia del Napoli, poi quella della Juventus. Probabilmente, la testa era ed è già altrove. Politano di rimanere a Sassuolo proprio non ne voleva sapere ma il patron Squinzi ha trattenuto i pezzi pregiati per non rischiare di rimanere immischiato nella lotta salvezza, rischio che ad oggi è più di una possibilità. Eppure l’occasione per scrollarsi di dosso le tante parole di questi mesi l’avrebbe avuta, ma i guanti di Meret hanno fermato tutto.  Sotto la guida di mister Bucchi, Politano era l’uomo in più. Le uniche due reti le aveva segnate con Juventus e Spal nella gara di andata, ma il rendimento era di gran lunga migliore. Poi qualcosa è cambiato. Le lusinghe dei partenopei non hanno aiutato, passare dalla lotta salvezza ai palcoscenici della Champions League avrebbe destabilizzato chiunque. E se i risultati sono questi, forse le due strade avrebbero fatto bene a separarsi per non rischiare di veder bruciare in estate la valutazione di un patrimonio così puro. Ma quello che è passato non può influire sul futuro incerto della squadra neroverde. Sabato la trasferta della Dacia Arena di Udine sarà di vitale importanza, la Serie B non è più un lontano miraggio ma possibilità concreta. Politano è chiamato a trascinare i neroverdi alla salvezza, tornando magari sul dischetto.