C’è una piccola porta nell’antico oratorio parrocchiale di Piumazzo, accanto alla chiesa di San Giacomo. Troppo piccola per accogliere il gran numero di visitatori che ogni anno vengono qui ad ammirare una vera e propria opera d’arte, il grande presepe meccanico del paese. Entrando in questo ambiente, che negli anni è diventato come lo scrigno di questa rappresentazione di inestimabile valore, si viene immediatamente catturati dalla scena e attratti dai dettagli, tanto che lo sguardo si sposta da una parte all’altra. E si scopre che è ancora possibile, nel mondo frettoloso e disattento di oggi, soffermarsi in silenziosa osservazione: è la tradizione del presepe, che qui a Piumazzo è viva grazie all’ingegno di Fausto Negrini. Quasi quaranta metri quadri, oltre 120 personaggi, o meglio scene, animate da più di 200 motori che danno vita, di volta in volta, a statuine, animali, elementi del paesaggio.

Tutto è iniziato quasi trent’anni fa quando l’oratorio fu adibito ad accogliere il primo presepe, statico e di ridotte dimensioni, se pur studiato da uno scenografo. Il quale poi lasciò Piumazzo e così Fausto Negrini decise di prendersene cura. Aggiungendo, di anno in anno, dettagli e soprattutto l’idea del dinamismo dei movimenti. Quei movimenti che lui, prima a capo degli esperimenti meccanici di una grande azienda, ha saputo adattare su misura.

Chi verrà a visitare il presepe, si ritroverà completamente immerso nell’atmosfera della Valle del Panaro, tra Sette, Otto e Novecento. Apprezzerà quei borghi, ne riconoscerà le case tipiche, il muro con i mattoni a vista, gli inserti in legno, i tetti spioventi col fumo che esce dai camini, le stalle con gli animali in movimento.

Ma anche gli antichi mestieri: dal fabbro al falegname, dal pastore all’oste, alla sfoglina. C’è anche la possibilità di una piacevole fuga verso la Romagna, guardando sul fiume il pescatore con la rete a bilancia e in primo piano il pescivendolo, nel cui banco, addirittura, si muovono le anguille. 

E sotto al telo verde, un mondo nascosto: una struttura complessa, nella quale l’autore dell’opera sa muoversi con maestria, per installare qui un personaggio, là un animale, o addirittura una scena intera. Tutto si regge sulla complessa quanto delicata articolazione degli ingranaggi, sulla capacità di rappresentare con realismo, sulla scelta dei materiali più adatti ad ogni elemento.

E se qualche pezzo è stato acquistato altrove, state pur certi che l’artista saprà riprodurlo, ma soprattutto saprà adattarlo a suo scopo, donandogli un movimento. O anche semplicemente, regalandogli – non senza un meticoloso lavoro -, un particolare in più, un’identità nuova che si inserisce armonicamente in questo perfetto microcosmo.

Ma la tecnica, qui, è solo uno strumento, perfettamente funzionale all’obiettivo, che è quello di creare vera poesia: nell’alternarsi di giorno e notte, cambia l’atmosfera e si illuminano gli interni delle case, mentre nel cielo passa una stella, ad annunciare la nascita del bambinello.

E non è tutto, perché all’ingresso dell’oratorio i visitatori potranno ammirare gli effetti di Negrini in una riproduzione della via principale di Fiorano a inizio Novecento. Nelle sale parrocchiali inoltre, gli “Amici del Presepe”, propongono una mostra di mulini ad acqua perfettamente funzionanti e altri modelli meccanici, una piccola collezione di carillon del secolo scorso e altri oggetti da esposizione, oltre ad una serie di presepi dell’arte napoletana. Quasi a fare da piacevole anteprima al grande presepe meccanico, pronto ad accogliere con la sua magica atmosfera tutti coloro che durante le feste vorranno visitarlo.    

Il presepe meccanico di Piumazzo sarà aperto dal 18 dicembre al 15 gennaio, per affascinare i grandi e, soprattutto, i piccoli visitatori.

Per approfondire il sito ufficiale: www.presepepiumazzo.it