La piena transitata a Modena in queste ore fa ricordare quella del dicembre 2017 e del dicembre 2009. A Ponte Alto e a San Pancrazio,
i punti più critici è scattato l’allarme per la popolazione ed è ritornata la paura

Dieci metri e 35 centimetri. La piena, a ponte alto, si è fermata lì, facendo tirare un sospiro di sollievo a residenti curiosi e soprattutto tecnici aipo, vigili del fuoco e volontari di protezione civile che per tutta la notte hanno visto il livello dell’acqua alzarsi, al punto da obbligare a predisporre tutto il materiale necessario per prevenire ed eventualmente affrontare il peggio. Con Sacchi di sabbia nell’ormai noto muro in cemento armato che divide il fiume arrivato a meno di un metro dal colmo e la strada che collega villanova alla nazionale per carpi. All’altezza della rotatoria di san pancrazio, dove il traffico è stato deviato, è stata attivata una motopompa per rigettare nel fiume l’acqua fuoriuscita dalle infiltrazioni arginate attraverso coronelle di sacchi. Stessa situazione ma più in piccolo a Fossalta dove il lavoro della protezione civile è proseguito tutto la notte, con motopompe pronte ad arginare il reflusso nelle caditoie delle acqua dei torrenti Grizzaga e Tiepido, affluenti del Panaro e che in mattinata hanno creato i problemi maggiori ad alcune abitazioni, nuovamente allagate per il mancato lavoro degli scoli e canali. Ma le buona condizioni del fiume panaro hanno evitato il reflusso della acque ed il livello del tiepido è sceso dalla mezzanotte. Un lavoro senza sosta, quello di Vigili del Fuoco e Protezione Civile, con unità mobili e sugli argini e fisse, nei punti critici, iniziato già nella notte, quando le previsioni del centro operativo di marzaglia, dove è stato attivato il Coc, centro operativo comunale, davano la situazione del fiume secchia nuovamente più drammatica delle altre, con un innalzamento del livello a ritmo di mezzo metro all’ora, fino al superamento della soglia massima rossa a 10,1 metri nella mattina ed oltre, fino ai 10,70 previsti. Il superamento c’è stato ma fortunatamente non a quei livelli. Il fiume, in quel punto, il più critico del tratto che attraversa Modena in cui dopo l’alluvione del 2014, proprio a maggio doveva iniziare un secondo stralcio di lavoro, ha retto. La preoccupazione si sposta verso la bassa, ma la consapevolezza che è bastata una piena classificata nelle serie storiche come piccola, per mettere a rischio l’intero territorio, generano tra i più esperti che il fiume lo conoscono, lo vivono e lo studiano da anni qualche amara considerazione.

Nel video le interviste a Massimo Neviani