L’Unione Europea apre un’indagine sul caso de La Frattina, l’ex cava di Solignano usata tra gli anni ’70 e i primi ’90 come discarica di rifiuti ceramici. Dalle analisi effettuate sulla sponda del Torrente Tiepido è emersa una grave contaminazione di metalli pesanti e amianto

Si riaccendono i riflettori su La Frattina, la discarica dei rifiuti ceramici che si trova a Solignano di Castelvetro. Questa volta il caso ha attirato l’attenzione dell’Unione Europea. La presidente della commissione per le petizioni, Cecilia Wirkstrom ha chiesto formalmente alla commissione europea di avviare un’indagine preliminare sul caso del sito contaminato. La vicenda lo scorso 5 febbraio è stata anche segnalata al Ministero dell’Ambiente in seguito ai risultati delle analisi effettuate sulla sponda del torrente Tiepido dalle quali è emersa una grave contaminazione di metalli pesanti e amianto. L’ex cava di Solignano inoltre ancora oggi a distanza di diversi anni deve essere in buona parte bonificata. Il fondo agricolo fu acquistato dal suo attuale proprietario nel 1984 per poi essere coltivato ad orzo e mais per ben undici anni. In seguito ad alcune segnalazioni e alle rilevazioni sul terreno venne attestata la presenza di metalli inquinanti. Così nel 2005 un’ordinanza comunale ne vietò qualsiasi lavorazione agricola. Tra il 2008 e il 2009, anni di realizzazione della Pedemontana, inoltre proprio su quell’apprezzamento sono stati versati rifiuti poi coperti con l’argilla.