Via libera alla fusione tra la Camera di Commercio di Ferrara e quella di Ravenna. L’ente di via Ganaceto resta solo

Per la Camera di Commercio di Modena salta la tanto sperata fusione tra l’ente di via Ganaceto e la Camera di commercio di Ferrara, fusione pensata per assolvere agli obblighi previsti dalla riforma del Sistema camerale, che prevede la riduzione delle Camere che da 105 dovranno passare a 60.

Pochi giorni fa i consigli della Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara hanno deliberato, simultaneamente, di proporre all’Unioncamere nazionale la fusione fra i due enti. La nuova Camera di commercio, che avrà sede legale a Ravenna e sede secondaria a Ferrara, avrà un bacino di utenza di circa 93.000 imprese. Le centrali cooperative (Legacoop Estense e Confcooperative Ferrara) dopo aver sostenuto a lungo la necessità di una unificazione con Modena, alla fine hanno optato per il sì a Ravenna bocciando di fatto la linea di Confindustria favorevole all’opzione modenese. Ora l’ente camerale guidato da Giorgio Vecchi e dal segretario generale Stefano Bellei, il cui reddito record lo scorso anno ammontava a 201mila euro, si trova nell’imbarazzante situazione di ritrovarsi solo, nonostante numeri più solidi in termini di dipendenti e di bilancio complessivo (a parte quel buco da 641mila euro dovuto ad Expo) rispetto a Ferrara. Una corsa solitaria quindi che potrebbe alla lunga penalizzare l’ente all’ombra della Ghirlandina. Tutto questo al netto di possibili nuovi fidanzamenti con Reggio Emilia, mentre è esclusa l’ipotesi di accorpamento con Bologna.