Due patteggiamenti e due rinvii a giudizio per i componenti della banda che lo scorso anno si rese responsabile del rogo che distrusse a San Cesario quattro camion

Si è conclusa con due patteggiamenti e due rinvii a giudizio l’udienza in Tribunale a Modena, che si è tenuta ieri mattina, in merito alle indagini sull’incendio che l’anno scorso, tra il 14 e il 15 aprile, distrusse quattro camion a San Cesario. Quello che è stato ritenuto il mandante, un imprenditore calabrese di 62 anni, ha patteggiato a due anni, mentre è stata applicata una pena di un anno e sei mesi per un tunisino di 20 anni, che avrebbe fatto da palo. Sono finiti a processo anche un 25enne di Sassuolo, altro palo, e un romeno considerato l’esecutore materiale di almeno un rogo. Tutta la banda è accusata di aver bruciato a San Cesario le betoniere di tre aziende e l’autopompa di una quarta ditta. I camion inceneriti appartenevano a piccole imprese che operano nel trasporto di materiali inerti, e che sembra fossero concorrenti a quella di proprietà del 60enne calabrese accusato di essere il mandante. La pista seguita è quella di concorrenza illecita. Pare inoltre che le stesse aziende danneggiate, prima del rogo, avessero già denunciato, il comportamento sleale del sospettato che avrebbe privilegiato solo alcuni imprenditori, e che in seguito, sarebbe stato allontanato dalla Calcestruzzi Spa, proprietaria del parcheggio dov’è avvenuto l’incendio ma completamente estranea ai fatti in quanto non si occupa del trasporto di materiale ma solo di produzione.