Il Tribunale di Bologna ha condannato Coop Alleanza 3.0 per concorrenza sleale per avere ostacolato l’apertura di supermercati Esselunga a Modena e a Vignola. Il colosso delle cooperative dovrà pagare cento mila euro per spese legali, ma non il risarcimento chiesto dalla società milanese, per mancanza di prove

Il Tribunale di Bologna ha condannato Coop per concorrenza sleale ai danni di Esselunga. Dopo una lunga storia di accuse, provvedimenti dell’AGCOM e sentenze della giustizia amministrativa, i giudici del tribunale ordinario hanno messo un punto fermo, ritenendo illecito il comportamento che il colosso delle cooperative tenne nei confronti della catena della famiglia Caprotti su territorio modenese. La disputa va avanti almeno dal 2001, quando Esselunga si dichiarò intenzionata ad aprire un supermercato nell’area dell’Ex Consorzio Agrario, a poca distanza da un già esistente negozio Coop. Il gigante della distribuzione di fatto riuscì a bloccarne l’avvio diventando comproprietaria dello stesso Comparto. Un copione simile si ripeté di nuovo, a Vignola, dove Coop Estense riuscì a impedire anche in quel caso l’introduzione di Esselunga sul territorio. La vicenda giudiziaria sulla base di questi comportamenti è stata lunga: nel 2012 l’Antitrust comminò a Coop una sanzione di 4,6 milioni di euro per “abuso di posizione dominante a fine escludente”; sanzione poi annullata dal Tar del Lazio prima che il Consiglio di Stato nel 2014 ribaltasse di nuovo la sentenza. Esselunga tre anni fa richiese così un risarcimento di 57 milioni e 507mila euro per i danni subiti. Ora il tribunale di Bologna dà ragione alla società milanese per quanto riguarda la concorrenza sleale, ma non per il risarcimento. Secondo i giudici infatti, non ci sono sufficienti prove per stabilire il valore del danno. Coop è stata condannata a pagare il 50% di spese di lite, pari a circa 100mila euro