Al carcere Sant’Anna di Modena c’è il 31% in più di detenuti mentre a Castelfranco convivono in una stanza singola quattro detenuti

Torna drammatico il problema del sovraffollamento nelle carceri modenesi: al Sant’Anna, che per legge dovrebbe ospitare un massimo di 369 detenuti, oggi sono recluse 485 persone con un sovraffollamento del 31%. Non va meglio, anche se per ragioni diverse e con numeri differenti nella casa di reclusione di Castelfranco che dovrebbe ospitare fino a 219 detenuti ma ne accoglie 97 in una minima porzione della struttura, con 4 detenuti per camera, in quanto gran parte del complesso è chiusa ed inutilizzata. Significativo il rapporto italiani stranieri a Sant’Anna: solamente 39 dei 485 reclusi sono italiani, la maggioranza è di origine magrebina, poi un’infinità di nazionalità diverse che vanno a comporre una singolare torre di Babele carceraria. I problemi, come sempre, nascono a monte: oltre al turn over di detenuti che si spostano da una casa circondariale all’altra e che alternano momenti di sovraffollamento a periodi più tranquilli, le difficoltà sono create dalla presenza a tempo pieno solamente di un giudice dell’Ufficio di Sorveglianza e dalla scarsità di educatori, rispetto ai tanti detenuti, che rende più lenta la raccolta di tutti i dati necessari al disbrigo delle pratiche. Senza considerare il fatto, poi, che, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici, Castelfranco è diventato una sorta di succursale pur non essendone attrezzata.