Il comune di Nonantola si è riappropriata di una casa confiscata nel 2011 alla famiglia Perrone del clan dei Casalesi. L’immobile ora si trasformerà in una struttura protetta per ragazzi disabili

Un nuovo successo contro la camorra è stato messo a segno a Nonantola.  Il Comune dopo 8 anni si è riappropriata dell’immobile in via Bruni confiscato nel 2011 al clan dei Casalesi e per anni abitato dalla famiglia Perrone. Lo stabile di via Bruni era stato affidato all’Agenzia Nazionale per i beni confiscati che aveva il compito di riassegnarlo. Ieri è avvenuto lo sgombero e ora l’immobile che si sviluppa su due piani, è pronto a diventare una struttura protetta per ragazzi disabili che in questo modo avranno la possibilità di iniziare un percorso di indipendenza. Secondo uno studio condotto dalla Università di Bologna sugli oltre 300 beni confiscati in Emilia-Romagna solo 38 di essi sono stati assegnati per un riutilizzo sociale. Il nostro territorio due mesi fa è stato protagonista di un’altra  vicenda simile: a pochi chilometri dal centro di Maranello, in località Fogliano, la villa confiscata anni fa alla famiglia ndranghetista dei Pelaggi ha iniziato un percorso burocratico per trasformarsi in un centro destinato alle donne vittime di violenza