Multa e chiusura immediata per un negozio etnico in via Piave, a seguito di un controllo della Polizia Municipale e dei Carabinieri. L’attività aveva aperto da almeno due mesi senza la necessaria autorizzazione e presentava numerose altre irregolarità

Quando gli agenti  di Polizia Municipale e i militari dei Carabinieri sono entrati nel negozio etnico aperto da almeno due mesi in via Piave, chiamati dai residenti ed altri esercenti della zona a seguito degli assembramenti dentro e fuori il locale, la titolare, una donna ghanese ha ammesso di fatto una serie di irregolarità. Il negozio aveva aperto nonostante la domanda di apertura fosse stata respinta. Alla richiesta di farsi consegnare l’ultimo scontrino, questo era risalente al mese precedente tra l’altro ad un altro negozio etnico di via Emilio Po. Il registratore di cassa c’era ma era rotto, mentre numerose confezioni di carne non presentavano etichetta o la presentavano solo con scritte cinese e arabe. La donna nel locale rivendeva anche creme che importava direttamente dal ghana, ma senza tracciabilità. Nel momento del controllo all’interno agenti e militari hanno verificato la presenza di due soggetti pregiudicati. Insomma ben poco, anzi quasi nulla all’interno di quel negozio, è sembrato nelle risposte della titolare, in regola. A partire dal fatto che quel negozio, con un giro di clientela già avviato al punto che alcuni abituè anche questa mattina si fermavano meravigliati davanti alla serranda chiusa, lì non avrebbe mai potuto aprire. L’autorizzazione all’apertura, in realtà la titolare l’aveva ottenuta ma per un altro negozio, in via Emilio Po e credeva si potesse estendere anche a quello almeno nella dichiarazione che ha dato ai Carabinieri. Nulla che le potesse garantire anche solo l’avvio dell’attività. Elementi in abbondanza tali da chiudere immediatamente il locale. La donna ora avrà venti giorni per contestare alcune irregolarità.