Davanti a Italpizza continua la mobilitazione Si Cobas e il volantinaggio della CGIL che di fronte al rifiuto di discutere del contratto di tutti i lavoratori ha deciso di scioperare

Discriminazione di operai licenziati anche solo per avere chiesto un aumento, un sistema di appalti della somministrazione di manopera che ha permesso diverse cooperative in pochi anni entrati, falliti e lasciando debiti e buchi fiscali, ed sostituite da altre spesso con gli stessi lavoratori, all’interno dello stabilimento. Senza il riconoscimento, con il contratto adeguato delle mansioni realmente svolte. Elemento che portò alla sanzione da 700 mila euro per evasione contributiva contestata dall’ispettorato dal lavoro. Questi solo alcuni degli 8 punti con cui la CGIL sta portando avanti la protesta davanti ai cancelli Italpizza. Una protesta che viaggia in parallelo anche senza incontrarsi con quella dei si cobas e formalizzata l’8 febbraio scorso. I vertici della società ed i sindacati CGIL cisl Uil si erano trovati due giorni prima per trovare una piattaforma comune. Per la CGIL la proposta era quella di ripartire dal contratto nazionale degli alimentaristi e della logistica per differenziare i contratti in base alla mansioni. Proposta rifiutata dall’azienda che l’8 febbraio firma l’accordo solo con la UIL. Sulla base di quella proposta annunciata nell’incontro in prefettura e che la stessa azienda avrebbe voluto estendere non solo alla Uil ma agli altri sindacati. Basata su un unico contratto, quello cosiddetto multiservizi. Ed è quindi la decisione della CGIL di sfilarsi dal tavolo anche quello convocato da Confindustria dove la proposta rimaneva quella di estendere agli altri sindacati la piattaforma Uil.

Nel video l’intervista a Marco Bottura, Flai CGIL