La beffa col Perugia e gli errori dell’arbitro Maggioni sono gli ultimi segnali di una stagione sempre più nera per il Carpi: la salvezza rimane una chimera

Nel calcio ci sono scie chimiche che danno l’esatta dimensione di quello che ti aspetta. Appena un anno fa il Carpi di Calabro vinse le prime tre gare della stagione, decisive poi nel computo della salvezza, con tre tiri in porta e le super parate di Colombi a sbarrare la strada a Novara, Spezia e Salernitana. Quest’anno invece al Carpi targato Castori non gira nulla per il verso giusto. Fra rigori sbagliati, gol regalati e sviste arbitrali la marcia della squadra biancorossa si sta trasformando sempre di più in una “via crucis” con tappa finale la Serie C. La sesta sconfitta interna stagionale in 11 gare, record negativo della storia biancorossa in B, ha seguito un copione già visto e rivisto tante volte al Cabassi. Come contro Foggia e Verona, solo per stare alle ultime gare, il Carpi ha fatto la partita, ha creato occasioni senza però trovare il gol, pagando a caro prezzo l’ennesima sbavatura di un singolo, come il rinvio sbagliato da Piscitelli da cui è nato il gol di Melchiorri al 92’. Ma questa volta ci si sono messi anche i grossolani errori del signor Maggioni di Lecco. I due rigori non assegnati in avvio di gara a Pasciuti, affondato da Gyomber, e poco prima del 90’ a Mustacchio, toccato nettamente sul ginocchio da Felicioli, sono macigni al collo di una squadra che continua a sprofondare e ora si ritrova all’ultimo posto. Gli unici che ci credono ancora sembrano solo i tifosi, almeno quelli della curva Bertesi-Siligardi, che a fine gara hanno accompagnato in piedi con gli applausi l’uscita dal campo di Poli e compagni. Un attestato d’amore cui aggrapparsi per non arrendersi con 3 mesi di anticipo.