È stata fissata al 19 febbraio la perizia psichiatrica sul 16enne bolognese accusato della morte di Giuseppe Balboni. Servirà a chiarire che cosa abbia spinto il minorenne ad uccidere l’amico di Zocca e se in quel momento era incapace di intendere e di volere

È stato fissato al 19 febbraio l’incidente probatorio per effettuare una perizia psichiatrica sul 16enne bolognese accusato dell’omicidio dell’amico Giuseppe Balboni. L’esame sarà necessario a stabilire che cosa abbia spinto il minorenne ad uccidere l’amico di Zocca e se nel momento del delitto fosse incapace di intendere e di volere. In particolar sembra che sia in discussione la freddezza con cui il giovane abbia risposto ai primi interrogatori. Il 16enne, infatti sentito dai carabinieri il giorno dopo la scomparsa dell’amico, il 17 settembre scorso, aveva parlato di strani traffici e compagnie in cui sarebbe stato invischiato l’amico. Dichiarazioni rilasciate per allontanare i sospetti da sé, e alle quali in un primo momento i carabinieri di Zocca avevano creduto, ipotizzando anche che Giuseppe si fosse allontanato volontariamente. L’accusa nei confronti del 16enne bolognese è di omicidio volontario per aver sparato due colpi al volto dell’amico usando il revolver calibro 38 del padre. Resta l’aggravante per futili motivi e l’occultamento di cadavere. Se la Perizia psichiatrica richiesta dalla procura dovesse stabilire l’incapacità del 16 enne per lui la pena sarebbe ulteriormente attenuta rispetto allo sconto di un terzo della pena previsto dalla legge per i minorenni.