Il processo di primo grado Aemilia è giunto a conclusione. Si attende ora la sentenza, che verrà scritta dai giudici Caruso, Beretti e Rat. 148 gli imputati coinvolti con accuse che vanno dall’associazione mafiosa, usura, estorsione e false fatturazioni

È terminato oggi il processo di primo grado Aemilia. “La corte si ritira per deliberare”: con queste parole il giudice Francesco Maria Caruso ha concluso oggi il più grande processo contro la ‘ndrangheta nel nord Italia. Si attende ora la sentenza, che dovrà essere scritta dallo stesso giudice Caruso e dagli altri due membri del collegio, Cristina Beretti e Andrea Rat. Dopo tre anni di processo nell’aula bunker del Tribunale di Reggio Emilia, i tre magistrati hanno varcato la soglia della Questura reggiana, dove scriveranno la pronuncia per i 148 imputati. I giudici avranno una stanza a testa nei locali di via Dante, dove la sorveglianza sarà massima  24 ore su 24.  Su tutti gli imputati gravano accuse pesanti, dal reato di associazione mafiosa, all’usura, dall’estorsione alle false fatturazioni e rischiano svariati anni di carcere. 1.712 più precisamente quelli chiesti in totale dalla Procura. Tra di loro, sono numerosi gli imputati modenesi, come la famiglia Bianchini e il magnate del petrolio Gino Gibertini.