Il cadavere ritrovato completamente carbonizzato tra le campagne di San Donnino potrebbe appartenere ad una prostituta rumena che viveva e lavorava in Veneto. Le indagini procedono con il massimo riserbo

Procedono serrate le indagini relative al caso del cadavere completamente carbonizzato ritrovato nelle campagne di San Donnino, nei pressi dei laghetti Vivinatura. Secondo indiscrezioni si ritiene che il corpo possa appartenere ad una prostituta rumena, che negli ultimi mesi lavorava e viveva in Veneto. Al momento non sembrano esserci particolari collegamenti con il nostro territorio. Intanto le indagini procedono per cercare di stabilire perché nei giorni in cui è stata uccisa, presumibilmente l’1 e il 2 settembre, si trovava a Modena e come mai il suo corpo carbonizzato e ischeletrito sia finito in una zona sperduta di San Donnino. Resta ancora sconosciuto anche il legame tra la vittima e l’uomo di Savignano sul Panaro sottoposto agli interrogatori da parte dei carabinieri e alla perquisizione della sua abitazione dai Ris di Parma. Ancora non si conosce la sua identità e tanto meno l’esito delle sue dichiarazioni, pare essere però una persona senza precedenti con un lavoro regolare e una famiglia. Sul caso c’è massimo riserbo da parte degli inquirenti e la magistratura e le forze dell’ordine continuano a lavorare senza sosta cercando di ricostruire ogni minimo dettaglio possa essere accaduto all’inizio del mese di settembre tra le campagne sperdute di San Donnino.