Sono concluse le indagini sul furto del Guercino, che avevano lo scopo di ricostruire con precisione il viaggio che il quadro ha fatto da Modena a Casablanca, in Marocco. La tela sarebbe stata arrotolata e caricata su un pullman e durante il viaggio avrebbe subito gravissimi danni

La brutta avventura che ha coinvolto la preziosa tela del Guercino è stata ricostruita: si sono chiuse le indagini sul colpo messo a segno nell’agosto 2014 da Mustapha Thair. Il marocchino di 34 anni, esecutore materiale del reato alla chiesa di San Vincenzo, risulta l’unico indagato nella vicenda in Italia, con l’accusa di furto, ma non in concorso. La ricostruzione di Thair, che ha sempre detto di aver agito da solo, è stata infatti confermata nel corso delle indagini. I quattro suoi connazionali che avrebbero intercettato il quadro in Marocco sono invece accusati dalla Procura di Casablanca per associazione criminale e per ricettazione di opera d’arte. Il pm Claudia Ferretti ha ricostruito la difficile transazione della tela dal nostro Paese a Casablanca, dove venne ritrovata l’anno scorso in condizioni critiche. Dopo il furto, la preziosa ‘Madonna con i Santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo’ venne arrotolata e caricata sul pullman di un’agenzia abruzzese con direzione Marocco. Una volta imbarcata, sarebbe poi passata nelle mani dei complici di Thair, che stando le dichiarazioni del suo avvocato, si dice pentito e conscio del grave atto che ha compiuto. Ma quel viaggio, minuziosamente ricostruito dal pm, avrebbe danneggiato gravemente la tela, che al momento si trova ancora a Roma, in attesa della fine del restauro. La speranza dei modenesi è quella di poterla rivedere prima di Natale.