Arriva in Tribunale la storia de La Frattina, l’ex cava di Solignano usata tra gli anni ’70 e i primi ’90 come discarica di rifiuti ceramici. I proprietari hanno chiamato in causa il Comune per chiedere un rimborso, non potendo effettuare alcuna coltivazione sul loro terreno

Si riaccendono i riflettori su La Frattina, la discarica dei rifiuti ceramici che si trova a Solignano di Castelvetro, e che questa volta arriva in tribunale. I proprietari dell’area hanno chiamato in causa il Comune, perché a causa del cumulo di rifiuti sul terreno di loro proprietà non possono effettuare alcuna coltivazione. Sembra infatti che da oltre sei anni siano in attesa di un rimborso che non è ancora arrivato e neanche è stato quantificato. Il municipio entro la prossima udienza convocata per il 14 novembre dovrà produrre una serie di documenti utili a fotografare la situazione. L’ex cava di Solignano è un sito gravemente contaminato da metalli e amianto che ancora oggi a distanza di diversi anni deve essere in buona parte bonificato. Il fondo agricolo fu acquistato dal suo attuale proprietario nel 1984 per poi essere coltivato ad orzo e mais per ben undici anni. In seguito ad alcune segnalazioni e a delle rilevazioni sul terreno venne attestata la presenza di metalli inquinanti. Così nel 2005 un’ordinanza comunale ne vietò qualsiasi lavorazione agricola. Tra il 2008 e il 2009, anni di realizzazione della Pedemontana, inoltre proprio su quell’apprezzamento sono stati versati rifiuti poi coperti con l’argilla.