Gli infortuni lo avevano bloccato dopo una buona partenza sotto la guida di mister Bucchi. Ora Stefano Sensi, match winner a Udine, sta convincendo anche Iachini e vuole riprendersi il Sassuolo

Non giocava una partita da titolare da un girone intero e, per fortuna dei neroverdi, è tornato. Stefano Sensi ha segnato il suo rientro in campo con un gol da 3 punti dimostrando di essere ciò che serve a mister Iachini per dare al centrocampo quel tocco di qualità che mancava. Classe 1995, Sensi ha uno stile di gioco estremamente diretto, in cui mira a colpire con lanci sia in orizzontale che in verticale il sistema difensivo avversario prima ancora che si possa riorganizzare. Tanto per dire, in questo avvio di campionato ha completato 18 passaggi lunghi su 22. Se non può giocare lungo, preferisce fraseggiare nel corto scaricando lateralmente o tornando di prima da chi gli ceduto palla, per poi eventualmente chiamare il triangolo spostandosi nel cono di luce. La mobilità e lo spiccato senso della posizione gli consentono di coprire tutta la fascia centrale del campo, accompagnare l’azione e talvolta incunearsi in spazi stretti. Anche in queste situazioni Sensi pare aver sviluppato anche una certa muscolatura utile a proteggere palla e a contenere il contatto fisico, da sempre suo punto debole. Creatura di Rino Foschi che lo portò a Cesena nel 2015, Un po’ per la bassa statura, e un po’ perché sta giocando da interno, nell’ultimo anno Sensi è stato accostato con insistenza a Marco Verratti. Paragone che non può stare ancora in piedi, ma se i presupposti sono questi il piccolo Stefano potrà ritagliarsi un posto tra i grandi, passando prima però dalla salvezza con il Sassuolo. Dopo una stagione di apprendistato tra campo, panchina e infermeria, che gli è costata la convocazione per gli Europei U-21, Sensi è pronto a prendersi il Sassuolo, i neroverdi hanno bisogno della sua qualità.