Continua la protesta degli insegnati delle scuole materne e della primaria contro la sentenza del consiglio di Stato che escluderebbe dall’insegnamento chi è senza laurea. Sabato gli insegnati della nostra regione si sono incontrati per discutere il da farsi

Dopo lo sciopero dell’8 gennaio, continua la protesta delle maestre e dei maestri contro la sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre che ha dichiarato che solo il diploma magistrale senza la laurea non è un titolo abilitante per l’insegnamento. Una sentenza che porterà ad escludere dalle cattedre italiane decine di migliaia di docenti diplomati, con il conseguente loro licenziamento. Nella nostra regione si stimano almeno 10 mila posti a rischio, se il governo non interverrà. Sono inoltre circa 50 mila i maestri della materna e della primaria nelle graduatorie che ora rischiano addirittura la cancellazione. Per questo motivo sabato i docenti provenienti da quasi tutte le province dell’Emilia Romagna, si sono incontrati per discutere sul da farsi. Dalla riunione durata più di due ore, è emersa la volontà di attuare un’unità d’azione condivisa su scala nazionale

Nel video l’intervista a Fabiana Stefanoni, Coordinamento regionale insegnanti Emilia Romagna