L’apertura del Centro di Permanenza e Rimpatrio con sede nell’ex Cie di via La Marmora è tornata alla ribalta in Consiglio Comunale. Dal sindaco arriva la disponibilità ma solo con massime garanzie

Nel caso in cui il governo confermasse la volontà di aprire a Modena un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) quella di via La Marmora, già sede del CIE, centro di identificazione ed espulsione sarebbe la sede indicata. E’ quanto emerso nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Modena dalle parole del Sindaco Giancarlo Muzzarelli in risposta ad una interrogazione del Consigliere PD Antonio Carpentieri che, in caso di apertura, chiedeva garanzie sia sul personale di Polizia, che non dovrebbe essere tolto dalla Questura e ai servizi di ordine pubblico, sia sui diritti umani degli ospiti degli ospiti della struttura, che dovrebbe rimanere aperta ai controlli delle istituzioni del territorio.
Garanzie che già nella primavere scorsa, quando l’ipotesi della riapertura del CIE di Modena annuciata dal Ministro Minniti era piombata come un fulmine a ciel sereno, sorprendendo tutti anche in Municipio, il Sindaco aveva subito messo in chiaro e che 5 mesi di distanza ha ribadito in consiglio comunale.

Garanzie necessarie per il PD, rappresentato sia nella figura del sindaco che del consigliere del suo partito Carpentieri, per non ripetere ciò che successe nel tra il 2012 ed il 2013 quando la situazione nell’allora CIE degenerò con rivolte ed episodi di violenza, che culminarono con 90 fermi e 70 mila euro di danni e che spinsero il Prefetto a chiuderlo definitivamente nel 2013”.
I Centri di permanenza e rimpatrio, oltre alla sigla rispetto ai CIE dovrebbero andare in questa direzione.