Il 19 gennaio del 2014 l’alluvione del Secchia provocò ingenti danni nei comuni di Bastiglia e Bomporto. A distanza di cinque anni il ricordo di quella tragedia è ancora vivido nelle menti di molti. Tanti ancora i lavori necessari per la messa in sicurezza del nodo idraulico Secchia-Panaro e per le arginature dei due corsi d’acqua

Sono passati cinque anni, da quel lontano 19 gennaio del 2014 quando l’alluvione sconvolse i territori di Bastiglia e Bomporto. Era l’alba quando all’altezza della frazione di San Matteo, alle porte di Modena, l’argine del fiume Secchia si ruppe. Fu quello l’inizio dell’incubo. Dopo poche ore i due comuni erano stati inghiottiti dall’acqua. Case invase dal fango, strade trasformate in canali, gommoni al posto delle auto. Danni per milioni di euro. E una vittima, Giuseppe Oberdan Salvioli, 43 anni, il cui cadavere fu trovato due settimane più tardi: era scivolato da un gommone mentre tentava di prestare aiuto ad altre persone. Tecnici e ingegneri hanno stabilito con certezza che a provocare l’esondazione furono le tane scavate negli argini da animali selvatici quali tassi, istrici e volpi. I cittadini stessi si sono rimboccati le maniche: molto è stato fatto, sul territorio ma molto è ancora da fare. Cinque anni dopo l’alluvione i lavori portati a termine sono solo un terzo di quelli previsti dai fondi stanziati. Nle 2019 si apriranno nuovi cantieri per 43 milioni di euro, per rendere più sicuro il nodo idraulico Secchia-Panaro e le arginature dei due corsi d’acqua. Tra le ulteriori opere che saranno progettate nel corso dell’anno, 18 milioni riguardano le Casse di espansione di Secchia e Panaro.