Sarà la Corte d’Appello di Bologna a decidere il futuro di Mustapha Thair, 33enne marocchino arrestato ieri quale basista e autore, probabilmente insieme ad altri, del furto della tela del Guercino a Modena. Entro un mese si valuterà la sua estradizione

Era assolutamente un insospettabile Mustapha Thair, il marocchino di 33 anni residente da tempo in Italia e che è stato arrestato su mandato della procura di Casablanca quale responsabile del furto della tela del Guercino asportata nell’agosto 2014 dalla chiesa di San Vincenzo. A quasi tre anni di distanza dal furto e a pochi mesi dal ritrovamento dell’opera ha quindi un nome ed un cognome l’uomo che da Modena ha orchestrato l’intera operazione. Secondo gli inquirenti marocchini Thair non solo sarebbe stato protagonista del furto, ma avrebbe anche nascosto la tela per il tempo necessario a rimuoverla dalla cornice e spedirla tramite corriere ai complici avvolta all’interno di un tappeto. Un insospettabile perché abitava nel palazzo attiguo alla chiesa, in un appartamento di proprietà proprio della Curia e a suo carico non figurano particolari precedenti ad esclusione di una guida in stato di ebrezza ed un’occupazione di edificio probabilmente nei tempi immediatamente successivi al suo arrivo in Italia tanti anni fa. La sua vita scorreva normale come carrellista dell’azienda Italpizza e viveva con la giovane moglie italiana da cui aveva avuto due figli. Ora la Corte d’Appello di Bologna riceverà tramite rogatoria internazionale le carte che accusano il 33enne e nel giro di un mese, valutando tutti gli elementi a disposizione, deciderà se concedere l’estradizione o meno.