Tre arresti questa notte in città: un tunisino intento a studiare per il prossimo colpo in un negozio e due rom specializzati nello svaligiare auto nel parcheggio del Baluardo

Addirittura un pugnale con scritte in arabo e persino un grimaldello elettronico nel kit dello scassinatore tunisino di 31 anni arrestato questa notte verso le 3 e mezza, mentre si trovava in via Jacopo Barozzi, davanti al negozio Base2, mentre era intento a spionare davanti alla vetrina del suo futuro obiettivo. La squadra volante ha fermato il tunisino e mentre gli agenti lo stavano caricando in auto, l’uomo – una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine – ha dato in escandescenze, è scappato, è stato rincorso, ha rifilato calci e pugni e poi, anche con l’aiuto dello spray al peperoncino in dotazione alla Polizia, è stato bloccato. E arrestato per porto abusivo del pugnale e del grimaldello elettronico, che serve per forzare più agevolmente porte e saracinesche, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di 2,5 grammi di cocaina (trovato nella tasca del giubbotto) ai fini di spaccio.
Poco prima, la Volante era stata impegnato anche in piazza Tien An Men, davanti al locale Il Baluardo: da qui erano giunte segnalazioni su un paio di giovani – risultati di etnia rom – che si aggiravano sospetti nel parcheggio con molti giubbotti, rubati dalle auto in sosta. All’arrivo della pattuglia, uno dei due ladri è stato immediatamente fermato e arrestato, mentre l’altro ha tentato la fuga, è stato inseguito a piedi fino quasi in piazza Cittadella e qui intercettato e bloccato grazie all’arrivo di una seconda Volante. I due, entrambi di 23 anni, avevano compiuto una vera razzia, almeno in 4-5 auto, portando via di tutto: non solo i giubbotti, ma anche borse, mazzi di chiavi, profumi, anelli, braccialetti, guanti, trucchi, patenti, carte d’identità, tessere sanitarie, tutto quello che hanno trovato nelle auto. I due ladri, oltretutto, si era recati al luogo del sacchetto a bordo di uno scooter appena rubato in via Guicciardini. I due rom, uno residente al campo nomadi di Modena, avevano già precedenti lunghi un km, eppure erano ancora a piede libero.