Continuano le indagini sulla morte del bambino moldavo di quattro anno avvenuta lo scorso 14 gennaio. Dopo la confessione della madre i Carabinieri hanno sequestrato nell’appartamento di Via Carlo Sigonio due paia di scarpe che verranno analizzate dai Ris

Nuove perquisizioni nell’abitazione di via Carlo Sigonio dove lo scorso 14 gennaio è deceduto il bimbo moldavo di soli 4 anni.  I Carabinieri, dopo il primo lungo sopralluogo di lunedì scorso, sono tornati nell’appartamento nel quale il piccolo viveva con una sorella, la madre moldava di 27 anni e il compagno di lei, un albanese agli arresti domiciliari per sfruttamento della prostituzione. I militari dall’appartamento hanno prelevato alcuni oggetti tra cui due paia di scarpe della mamma: al momento unica indagata per omicidio preterintenzionale. La stessa donna in una confessione spontanea ha ammesso di aver malmenato il figlio poche ore prima della tragedia. Una testimonianza che ha dato una drastica impennata alle indagini. La donna ha infatti dichiarato che, esortata dal compagno che non sopportava i pianti del piccolo, lo avrebbe picchiato duramente per farlo smettere. Intanto gli agenti hanno prelevato le sue scarpe perché queste serviranno ai Ris per verificare se le impronte sono compatibili con i segni trovati post mortem sul corpicino del piccolo in sede di autopsia. Le indagini intanto proseguono perché bisognerà capire se esiste realmente un nesso tra la rottura del mesentere, la membrana dell’intestino che sembra aver causato l’infezione letale, e le percosse subite dalla mamma. Inoltre fondamentale sarà anche la testimonianza dell’uomo che finora, a parte la sua intolleranza verso i pianti del piccolo, non risulta coinvolto direttamente nelle percosse.