Mentre la Regione stanzia un altro milione di euro per le microaree, sotto la Tav si amplia l’accampamento abusivo di slavi tra falò notturni e immondizia

Lo scorso giugno il Comune ha addirittura collocato un punto di approvvigionamento acqua e contenitori per la raccolta dei rifiuti. A testimonianza di una resa incondizionata. L’illegalità e il degrado regnano sovrani nella frazione di San Matteo, sotto la Tav. Ormai da anni l’area ospita un campo nomadi abusivo. Una decina di roulotte in continuo aumento, con minori e adulti di origine slava che vivono tra falò notturni e immondizia, spesso fermando le auto che sfrecciano sul Canaletto. Ufficialmente la situazione è causata da un provvedimento giudiziario che prevede per un componente di questo gruppo di nomadi gli arresti domiciliari in zona, ma è evidente che, vista la dimensione dell’accampamento, la situazione è ormai sfuggita di mano all’amministrazione. Del resto lo ha ammesso di recente il sindaco stesso: “Il provvedimento giudiziario scade nei primi mesi del 2017, ma non è detto ci sia coincidenza fra la fine degli arresti domiciliari e lo smantellamento del campo”. Tutto questo mentre la Regione del presidente Bonaccini appena una settimana fa ha stanziato un altro milione di euro da destinare a microaree rom e sinti. Solo a Modena sono 17 le microaree e ospitano 76 famiglie sinte per un totale di 291 abitanti. Ovviamente i nomadi abusivi di San Matteo non sono compresi in questi numeri.