Durante il processo sulle sperimentazioni nel reparto di Cardiologia del Policlinico, la difesa ha fatto luce su una paziente data per morta ma che in realtà è viva e vegeta

C’è anche una paziente morta, che in realtà non è mai morta, al processo sulle sperimentazioni nel reparto di Cardiologia del Policlinico. Questa la singolare circostanza emersa in Tribunale durante la nuova tappa dell’iter giudiziario sull’inchiesta Camici sporchi. A margine dell’interrogatorio dei carabinieri del Nas da parte della Procura, infatti, l’avvocato Marco Ferraresi che difende una delle case farmaceutiche accusate ha reso nota la vicenda di una donna che non è deceduta. Questo diversamente da quanto avevano fatto presente in aula i medici dell’ospedale che hanno parlato per l’accusa, rappresentata dal pm Marco Niccolini.

In particolare i testimoni avevano precisato che la signora si sarebbe spenta durante l’intervento di uno studio sperimentale e che il fatto non sarebbe stato segnalato al Comitato etico del Policlinico.

Ma tutto questo, appunto, è stato smontato dall’avvocato Ferraresi che ha mostrato la cartella clinica e lo stato di famiglia della 50enne, che è viva e vegeta e che sebbene fosse stata operata per un infarto al Policlinico non c’entra nulla con gli studi discussi. Secondo la difesa l’accaduto getta un’ombra sulla attendibilità dei testi dell’accusa.