Nel video, le interviste ai commercianti del centro storico Simone Ritieni, Andrea Benetti e Simona Gentile

Il centro storico si sta spopolando di residenti, la cui capacità di spesa è diminuita progressivamente negli anni e così non riescono più a fare fronte agli affitti stellari. Lo stesso accade anche ai negozianti di vicinato, vittime di una “città scheletro” dove ci si ritrova a contare i cartelli con su scritto vendesi o affittasi. Solo nel 2023, a Modena, 1 impresa ogni 3 ha abbassato la serranda. E il trend prosegue. A dirlo, è Fismo Confesercenti. Un po’ per il costo della vita, un po’ per l’online con i suoi prezzi iper-vantaggiosi in vigore tutto l’anno. Ma anche, e soprattutto, per gli sconti, ultimi quelli invernali, che continuano a rivelarsi un flop, con uno scontrino medio che a stento tocca i 94 euro e un numero inaspettato di capi rimasti in magazzino. In altri tempi i saldi sarebbero stati una boccata d’ossigeno per il settore moda, ma non oggi. Qualcuno sta cercando di tenere duro e rimanda il giorno della chiusura. Qualcun altro, purtroppo, ha mollato, dopo 25 anni di attività. Così va a perdersi anche la tradizione del “fare shopping”, che non vuol dire solo fare compere. Significa anche uscire e relazionarsi con le altre persone. È per questo che i saldi possono, sì, rappresentare ancora una grande opportunità per consumatori e venditori. A condizione, però, che sia garantita la possibilità di comparare le diverse offerte in cui, anche il piccolo esercizio, possa competere.