Rimane sotto osservazione all’ospedale Civile di Baggiovara Augusto Bianchini. L’imprenditore di San Felice aveva tentato il suicidio tagliandosi le vene dopo aver appreso la decisione della Cassazione di confermare le condanne nell’ambito dello storico processo Aemilia. Per lui la pena è di nove anni, con l’aggravante mafiosa. Quando sabato ha ricevuto notizia della sentenza definitiva, Augusto Bianchini ha tentato il gesto estremo, ma la famiglia è riuscita a intervenire in tempo e ora si trova fuori pericolo. I parenti e gli stessi legali, Giulio Garuti e Simone Bonfante, temono tuttavia una reiterazione del gesto. Gli avvocati hanno deciso di fare ricorso a una perizia medico legale su quanto accaduto, per valutare lo stato fisico ed emotivo del 68enne, che soffre anche di problemi di salute pregressi. Il fine è valutare se le condizioni di Bianchini siano o meno compatibili con il carcere e quindi se ci sono gli estremi per evitarlo. Il finesettimana è stato oltremodo difficile per la famiglia Bianchini: ieri la moglie di Bianchini, Bruna Braga, è stata arrestata per errore. La notifica inviata ai Carabinieri che l’avevano prelevata è risultata errata e la donna, per la quale era caduta l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, è stata rilasciata. Al termine del processo a Bruna Braga è arrivata una condanna a due anni, di 18 mesi per il figlio Alessandro, con sospensione condizionale della pena. La condanna più pesante, per concorso esterno in associazione mafiosa è arrivata proprio per Augusto Bianchini. L’imprenditore è stato arrestato nel 2015 con l’accusa di aver avuto legami con Michele Bolognino del clan di Cutro Grande Aracri nell’ambito della ricostruzione post-sisma.