Stanze piene di monossido di carbonio e impianti precari. Per questi e altri motivi è stato dichiarato inagibile e inutilizzabile l’intero edificio al civico 13 di via Refice a Sassuolo, utilizzato dalla Cooperativa incaricata come dimora per richiedenti asilo. Con un’ordinanza il sindaco Gian Francesco Menani ha stabilito l’immediata chiusura della struttura, a seguito delle considerazioni contenute nel verbale dei Vigili del Fuoco e dell’AUSL. Il comando Provinciale degli uomini del 115 in un documento del 30 gennaio, dichiara di aver “rilevato con gli strumenti in dotazione una elevata concentrazione di monossido di carbonio probabilmente dovuta all’utilizzo di bracieri per riscaldarsi, tale da rendere pericoloso il soggiorno all’interno dell’immobile”. Oltre a questo, il verbale parla di una “situazione igienico sanitaria ed impiantistica precaria”, con particolare riferimento alla presenza di muffe nere e distacco dell’intonaco nella maggior parte dei vani; sporco diffuso; servizi igienici ammuffiti, umidità, oltre ad accumulo di materiale di ogni sorta e la presenza di posti letto e materassi nel sottoscala e nel sottotetto. A fronte di ciò, il Comune assieme all’USL ha deciso di sigillare l’erogazione del gas tramite i tecnici Hera, ed operare la chiusura di tutti gli appartamenti della palazzina. L’agibilità dell’immobile potrà essere ottenuta solo ad avvenuto ripristino della condizione di sicurezza statica, impiantistica e di conformità alle norme igienico-sanitarie. All’interno della palazzina risultavano soggiornare due richiedenti asilo che sono già stati ricollocati in altri luoghi dalla cooperativa competente.