Presentato ieri sera a Modena l’ultimo libro di Renato Curcio, “L’algoritmo sovrano”. L’autore è stato tra i fondatori delle BR, oggi si occupa di sociologia e pubblica saggi.

Secondo Renato Curcio, il grande cambiamento a cui si assiste oggi consiste nel mutamento del rischio totalitario che non riguarda più la dimensione politica e le ambizioni di entità statuali, ma gli imperi economici del web, che monopolizzano, al di fuori di ogni controllo democratico, la materia prima più importante del nostro tempo: i dati.  Questo il succo del pensiero di Renato Curcio, che ha cambiato metodi e strumenti, ma non avversario: il capitalismo e le forme politiche attraverso le quali esso si struttura. Attraverso l’utilizzo delle immense quantità di dati prodotte dagli utenti del web è possibile non solo influenzare le abitudini di consumo, ma anche dirigere le scelte di voto, asserisce Curcio in riferimento ai fenomeni populisti di questi tempi, da Trump, fino ai cinquestelle. Un potere di manipolazione che annulla il significato del sistema rappresentativo e lo stesso tema della sovranità degli Stati, sovranità che è oggi nei sistemi informatici. Quando Curcio si scaglia contro il monopolio dei dati, quando difende il diritto di privacy e sottolinea il rischio di derive totalitarie, è impossibile non notare l’attrito col passato brigatista, che aspirava alla dittatura del proletariato e l’instaurarsi di uno stato sul modello sovietico. Se il nemico è dunque sempre lo stesso, il capitale, sembra però avvenuto un mutamento di prospettiva: difesa delle libertà e democrazia sono infatti tra i capisaldi di quel mondo liberale che i gruppi eversivi di sinistra sognavano di abbattere.

Nel video, l’intervista a: 

– Renato Curcio, Sociologo, ex-brigatista