L’elenco dei morti sul lavoro è in costante, tragico aggiornamento. Solo poche settimane fa un terribile incidente è costato la vita ad Antonio Franzò, operaio modenese di 57 anni. Come lui, tanti altri. Troppi. A dirlo, sono i numeri: da gennaio a luglio di quest’anno sono state 559 le vittime sul lavoro in Italia, 430 in occasione di lavoro e 129 in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro, o viceversa. Di queste, 31 quelle avvenute in Emilia-Romagna. Si conferma, quindi, ancora una volta drammatico il bilancio sugli infortuni mortali, che emerge dall’ultimo aggiornamento degli open data pubblicati da Inail. Una fotografia del fenomeno ben più complessa di quanto possa sembrare, perché se in termini assoluti le morti sul lavoro sono, sì, diminuite rispetto al 2022, con un calo dell’1,8% su base annua, ma si tratta comunque di una media di 80 morti al mese. Quasi tre al giorno. La fascia d’età numericamente più colpita è quella tra i 55 e i 64 anni, mentre i settori più rischiosi sarebbero quelli dell’industria, dei servizi e dei trasporti. Non a caso della questione del rispetto delle norme a tutela dei lavoratori si continua a discutere, sia pure con la sensazione che il problema sia ancora troppo sottovalutato. Su questo si è espresso anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, evidenziando come “i morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza”.