Un milione di ore di cassa integrazione in più, trasversali a tutti i settori produttivi, ma con i segnali più allarmanti che arrivano dalla ceramica, dalla meccanica e dal comparto edile. Si fa sempre più dura per l’economia modenese che ha visto impennare, nel solo mese di gennaio, le richieste di CIG del +236% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E in questi numeri, non sono compresi i lavoratori precari. A dirlo, l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Inps sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali in Emilia-Romagna. Ammortizzatori che pesano sulle tasche dei lavoratori e delle loro famiglie, dato che “in media tagliano i salari del 40%” scrive la Cgil di Modena. La stessa sigla che già a fine 2023 aveva lanciato l’allarme sulla produzione industriale e su un rallentamento nella provincia. La conferma arriva dai numeri: quasi un milione e mezzo di ore di ammortizzatori, rispetto alle 443.740 di gennaio scorso. La differenza è lampante. Ed è per questo che il sindacato di Piazza Cittadella si dice pronto a battersi, per difendere lavoratrici e lavoratori. Per sostenere piccole, medie e medio-grandi imprese che, da sole, senza un’efficace politica industriale da parte del Governo, non possono farcela. Intanto, il caso Maserati finisce alla Camera, dopo l’ennesimo stop della produzione con il prolungamento della cassa integrazione fino a maggio. A chiedere risposte e conferme, ora una mozione stata presentata dai gruppi Pd, M5S e Alleanza verdi e Sinistra.