Dal dermatologo all’oculista, dalle risonanze magnetiche alla radiografia al piede. Chi vuole prenotare una visita specialistica con il sistema pubblico in provincia, non deve più fare i conti solo con il problema dei “tempi” troppo lunghi. Perché, oggi, è impossibile anche solo trovare posto per prenotarsi. Un’agenda “off limits”, con tanti cittadini costretti a sperare in una cancellazione, altrettanti invece quasi costretti a optare per il privato, nonostante le strutture per curarsi ci siano, sempre più moderne e attrezzate. Le ultime inaugurate sono state i due nuovi Cau di Modena e Carpi, pensati e costruiti proprio per migliorare il sistema, alleggerendo il carico sugli ospedali veri e propri. Eppure, ad oggi, per chi ha bisogno di uno pneumologo o deve sottoporsi a una visita allergologica, la prima data utile è a fine settembre. Una situazione complessa, che riguarda alcuni settori più di altri, proprio mentre la Regione ha annunciato nei giorni scorsi di aver stanziato la cifra di 30 milioni di euro per cercare di assicurare, quest’anno, un milione di prestazioni in più, quindi incrementando del 20% il numero di visite ed esami diagnostici erogati dal Servizio sanitario pubblico. Tra le principali azioni previste nel breve periodo, l’aumento dell’offerta anche attraverso il coinvolgimento delle strutture private accreditate, agende aperte e l’introduzione di liste per la registrazione delle richieste inevase. Azioni messe in campo per un diritto alla salute per il quale viale Aldo Moro “non arretra di un passo” come sottolineato dall’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, “nonostante le criticità che la sanità pubblica sta attraversando a causa dei mancati finanziamenti nazionali e della carenza di personale”.