E’ sicuramente un record, ma di certo poco invidiabile. Si tratta degli effetti del cambiamento climatico che sull’Emilia Romagna ha determinato un inverno dalle temperature sopra ogni limite dal 1961 ad oggi. E’ l’osservatorio clima Arpae a comunicare i preoccupanti dati in cui viene evidenziato come nel trimestre appena passato, dicembre-gennaio-febbraio tutte le variabili termiche hanno superato i valori massimi storici, con temperature medie, massime e minime mai registrate nella stagione invernale da quando è nata la registrazione dei dati. La temperatura media regionale ha raggiunto un valore di 6,6 °C, superiore di +2,7 °C rispetto alla media del trentennio 1991-2020

A valori stagionali così estremi hanno contribuito in misura maggiore i mesi di dicembre e di febbraio, ma ciascun mese invernale, come riporta Arpae ha registrato anomalie. Febbraio resta comunque il mese più eccezionale, con anomalie superiori a +4 °C per temperature medie, massime e minime. Un caldo innaturale che ha sfasato anche l’altezza dello zero termico, cioè la quota dove la temperatura dell’aria diventa negativa quasi sempre al di sopra delle cime appenniniche quindi sopra i 2mila metri. Nel periodo 1991-2020 invece la media invernale dello zero termico in Emilia-Romagna è stata intorno ai 1700 metri. L’inverno 2024 – conclude Arpae –  non si presenta come un caso isolato, ma si inserisce in un contesto già fortemente anomalo: insieme all’autunno 2023 è infatti la seconda stagione consecutiva più calda dal 1961.