Se le premesse sono quelle che si sono riscontrate nel secondo semestre del 2022, quest’anno, nel triennio post pandemia, rischia di diventare l’anno con il peggior risultato relativo al consumo delle famiglie. Infatti se rispetto allo stesso periodo del 2021, quindi nel secondo semestre, come si legge dai dati della Camera di Commercio di Modena, si è riscontrato un buon andamento del settore dei pubblici esercizi e dell’ingrosso, a confermare un preoccupante andamento negativo è il commercio al dettaglio, quello rappresentativo delle famiglie. In particolare soffrono le vendite dei beni alimentari che già dal mese scorso registrano variazioni negative anno su anno. Un chiaro indicatore questo del livello di difficoltà in cui versano i nuclei famigliari. Se in Italia si è evidenziata una perdita complessiva di oltre 15mila attività lo scorso anno, a Modena e Provincia sono state 838 quelle che hanno chiuso i battenti, ben il 5,5% del totale delle chiusure nazionali del settore. A commentare questi dati anche Confesercenti Modena secondo cui si tratta di uno scenario che, senza inversioni di tendenza, rischia di confermarsi nell’anno in corso con una stessa percentuale di chiusure di imprese sia a livello nazionale che locale. Secondo i dati Istat ad incidere l’inflazione e il caro bollette che hanno vanificato la ripresa dei consumi auspicata, pesando appunto sul commercio al dettaglio. I piccoli negozi hanno registrato a livello nazionale un crollo del 7% circa in volume.