Un allevatore che in passato ha visto le sue pecore sterminate dai lupi ha trovato un nuovo modo per difendersi con l’ausilio di splendidi pastori maremmani

Ha vissuto un vero e proprio incubo, quando il suo allevamento di pecore tra il 2007 e il 2010 è stato sterminato dai lupi, arrivati ad uccidere cento capi, tanto che per l’amarezza e la mancanza di aiuti concreti fu costretto a chiudere. Ma adesso è ripartito, sperimentando un nuovo sistema di difesa dai predatori che potrebbe fare scuola per risolvere un problema ancora molto sentito in certe zone dell’Appennino. E’ ripartita l’azienda agricola Casa Capùzzola di Verìca di Pavullo, tornando ad ospitare pecore grazie a un mix di contromisure messe a punto dal titolare Dino Mazzini facendo perno su due elementi: nuovi cani da guardia e un recinto molto particolare che ha garantito subito risultati. Nessun lupo è più riuscito ad entrare in un’area di 4 ettari, scoraggiato anche dalla solerzia con cui questi splendidi cani, dei pastori maremmani presi direttamente in Abruzzo, hanno sorvegliato i confini dell’azienda. Animali che possono arrivare anche a 65 chili sviluppando una muscolatura più forte di quella del lupo, ma mantenendo anche una straordinaria docilità di carattere con il padrone che li ha allevati fin da cuccioli mettendoli subito a contatto con gli agnellini ma anche gli asini introdotti nell’allevamento. Da un mese è nata anche una cucciolata con otto splendidi cagnolini che Mazzini mette a disposizione di chiunque condivida il suo problema.

Ai nostri microfoni Dino Mazzini, Azienda agricola Casa Capuzzola