E’ sempre un mestiere a rischio, quello dell’allenatore di calcio.
Ben pagato, ma in perenne balia dei risultati, alla mercé di presidenti-padroni, sull’orlo della gloria o del precipizio in base agli umori dei volubili tifosi.
Eppure, tutti vogliono fare gli allenatori e scalzare le vecchie glorie.
A questa categoria appartengono sicuramente due personaggi piuttosto noti dalle nostre parti: Attilio Tesser e Fabrizio Castori.
Due persone molto diverse, due allenatori molto differenti, due caratteri all’opposto, ma uniti da un’etichetta che imperversa anche sulle panchine d’Italia: allenatore “old style”, vecchio stile.
Attilio Tesser, anni 65, è il gentiluomo della panchina, lo “Special One” della serie C, campionato vinto 4 volte su 4 (Modena compresa, oltre a Novara, poi portato in A, Cremonese e Pordenone), fallendo l’impresa solo quest’anno, per un esonero incomprensibile da parte del presidente americano della Triestina…
Fabrizio Castori, anni 69, è un sanguigno, un vincente che ha fatto della sua voglia di riscatto e della sua gavetta un propellente inesauribile, capace di portare in A la Salernitana e, soprattutto, il Carpi (evento più unico che raro), uno che non le manda a dire, e per questo si è giocato molte panchine, compresa quella dell’Ascoli, da cui è stato appena cacciato.
Siamo, dunque, ai titoli di coda degli allenatori “old style”?
Probabile, ma il mestiere è e resta difficile – come dimostra Paolo Bianco al Modena – anche per le “nuove generazioni”…