Nel video l’intervista a Tania Meschiari, Sindaca di Bomporto

La forza dell’acqua che spinge sugli argini, sulle macchine, sulle strade, contro le porte, Bomporto e Bastiglia non la dimenticheranno mai. Anche se sono passati 10 anni da quella tragica alluvione. Era l’alba del 19 gennaio quando all’altezza della frazione di San Matteo, alle porte di Modena, l’argine del fiume Secchia si ruppe, mettendo in ginocchio entrambi i paesi. Tutto venne sommerso: tra case, negozi e imprese allagate, i danni materiali raggiunsero il milione di euro.

Il bilancio contò purtroppo anche una vittima: Giuseppe Salvioli, detto Oberdan, travolto dall’acqua mentre a bordo della sua imbarcazione tentava di salvare i cittadini di Bastiglia isolati nelle loro abitazioni. Un dolore incolmabile, quello per la perdita di Oberdan, insignito nel 2018 con la medaglia d’oro al valore civile, l’unica ferita che non si rimarginerà mai. A parte fu il capitolo sulle responsabilità di quella catastrofe: la colpa ricadde sugli animali, in particolare gli istrici, che avevano scavato profonde tane che avevano indebolito l’argine. L’alluvione del 2014 forse più di altre mostrò a Modena quanto il territorio fosse fragile; lo scorso anno la ancora più tragica alluvione della Romagna ha dimostrato come i lavori sulla sicurezza idraulica debbano continuare