CASTELFRANCO – Una comunità intera ha voluto salutarlo commossa. Per dargli il giusto addio c’erano la banda cittadina, le bandiere dell’Anpi e tre sindaci. Ma è nelle lacrime dei tanti che si sono commossi, compreso Stefano Reggianini, che si comprende al meglio la grandezza umana di Gildo Guerzoni, ex partigiano scomparso il 6 luglio scorso all’età di 87 anni. Alle sue esequie che si sono svolte ieri a Castelfranco erano presenti anche il sindaco di ModenaPighi, Valerio Zanni di San Cesario e ovviamento il primo cittadino di Castelfranco. Con loro il presidente dell’Anpi locale Cavallieri e Aude Pacchioni dell’Anpi di Modena. In tanti hanno voluto dimostrargli un gesto d’affetto a lui che fino all’ultimo ha tenuto viva la memoria diretta della lotta partigiana e della guerra civile italiana, il momento più buio della seconda guerra mondiale nel nostro Paese. La sua ultima uscita è stata il primo giugno nelle scuole per dare appunto un messaggio alle nuove generazioni in occasione della festa del 2 giugno. Guerzoni era dunque un personaggio molto amato dalla comunità locale, a lui erano molto affezionati anche i sindaci Reggianini e Valerio Zanni: «E’ molto caldo oggi – ha detto quest’ultimo dal palco -, ma si è alzata lo stesso una brezza che ha fatto sventolare le bandiere». Gildo in fondo era un simbolo di Castelfranco, oltre che un importante patrimonio di memoria storica diretta. Maggiore di sette fratelli, nato a Castelvetro il 30 maggio 1926 da famiglia contadina, come tanti giovani nel giugno 1944, Gildo Guerzoni invece di rispondere alla chiamata alla leva della Rsi, sceglie di nascondersi in casa, continuando però ad aiutare la famiglia nei lavori nei campi. Arrestato dai repubblichini il 6 dicembre del 1944 è condotto, insieme ad altri 27 renitenti alla leva e forse altrettanti civili rastrellati a Nonantola, all’Accademia Militare di Modena dove è sottoposto ad interrogatorio. Il 4 marzo 1945 si unisce alle formazioni partigiane che, lo stesso giorno, con alla testa i mezzi corazzati rastrellati dalla caserma, cinque carri armati e un’autoblinda, si misero in cammino in direzione di Cividale del Friuli. Il movimento insurrezionale era iniziato un po’ ovunque ed i tedeschi erano in rotta. Ormai inquadrato nelle formazioni partigiane, il partigiano Guerzoni, nome di battaglia ‘Modena’, fu coinvolto in numerosi scontri armati con le forze di occupazione. Dopo aver contribuito alla liberazione di Udine rientra a casa con mezzi di fortuna, aveva solo 19 anni. Dopo la Guerra a Nonantola Guerzoni ritorna a collaborare con la famiglia alla gestione del podere. Della sua storia più recente ricordiamo la collaborazione con la Procura Militare di La Spezia per il processo per la strage dei Martiri del Panaro e, nell’estate del 2007, 63 anni dopo, l’invito ricevuto a visitare i locali dell’Accademia militare dove era stato ‘ospite’ forzato nel dicembre del 1944. Ora la sua memoria resterà con il suo ricordo.