La solitudine dei numeri primi è uno dei libri cult dell’ultimo lustro. Un romanzo d’esordio che ha scalato le classifica di vendita diventando un best seller, un libro che ha avuto tanti riconoscimenti fra cui il Premio Strega. e dall’opera di Paolo Giordano è stato tratto pure un film. I numeri sono un po’ il sale del calcio: ormai la tv e i giornali sono pieni di volti che sciorinano ogni tipo di statistiche partendo dalla media del possesso palla, ai calci d’angolo battuti, a quelli subiti, alle partite divise per quarto, in nome dei numeri si seziona praticamente tutto. Ogni tipo di numero che serve per mettere sale e attenzione su tutte le partite. Le usano gli allenatori, molti tifosi attingono alle cifre per scommettere sulle partite. Quest’anno il Sassuolo sta facendo incetta di primati, ma da qualche settimana a questa parte, uno di quei numeri è rimasto in solitudine come il romanzo di Paolo Giordano. I neroverdi sono eccellenti in tutto, comandano ogni tipo di statistica/specialità, strada facendo si sono presi la palma di miglior attacco, comprensibile soprattutto se in panchina hai un allenatore come Di Francesco, uno che vuole dalla squadra un gioco iper offensivo. La differenza reti è ovviamente la più pregiata della cadetteria, non potrebbe essere altrimenti per un team che ha vinto più di tutti, ma soprattutto ha perso e pareggiato meno delle compagne di viaggio. La solitudine, il brano che ha reso famosa Laura Pausini prima di diventare una star planetaria, e nell’anno del ventennale dalla vittoria di quel festival di Sanremo, il Sassuolo vuole scrivere la propria storia con un viaggio in un posto m(A)i visto prima. Vai a spulciare nei numeri e trovi pure la miglior media inglese del torneo, un’altra testimonianza del cammino vertiginoso tenuto da Magnanelli e compagni finora. Eppure, c’è un numero in solitudine, da qualche settimana il Sasòl non ha più il primato di difesa meno battuta del campionato, scettro che s’è preso il Verona. Nel 2013 solo in un’occasione Pomini ha lasciato la porta imbattuta, è avvenuto nella vittoriosa sfida di Vicenza decisa da Berardi in zona Cesarini. Gli avversari hanno preso le misure ai meccanismi della retroguardia neroverde, e sono stati disinnescati gli allarmi davanti al portierone veronese. Petrarca diceva che la concentrazione è l’unica forma di solitudine, e non avere più la difesa meno battuta del campionato è una piccola nota stonata, dovuta probabilmente alla concentrazione venuta a mancare in alcune circostanze mentre venivano applicati i movimenti difensivi . Se questo è il pegno da pagare per esplorare un palcoscenico m(A)i gustato prima, la solitudine è ben accettata da tecnico, giocatori, dirigenti, tifosi e chi più ne ha più ne metta. E per la solitudine in testa alla classifica, ci sono altri 7 punti di vantaggio da incrementare o amministrare a seconda dei casi. Il primato è una solitudine piacevole da non dividere con nessun’altro, questo è fin troppo chiaro. nGilberto Anceschi